“Sul tavolo di legno era disteso un panno verde con le linee bianche e dritte. Un campo da calcio con le porte bianche e le reti verdi. I giocatori erano piazzati per il calcio d’inizio e una squadra, la ricordo bene, aveva la maglia gialla e i pantaloni blu; l’altra non saprei.
«Questo è il Subbuteo.»
“Mai sentito parlare e neppure mi interessava il nome di quella cosa che mi salutava in tutto il suo splendore. Il pallone, un vero pallone marrone che avrei detto di cuoio se non l’avessi toccato.”
Un libro “semplice” da leggere ma complesso nella sua essenza più profonda. La storia di un gruppo di ragazzini di 13 anni che si ritrovano quasi giornalmente davanti a un tavolo su cui è disteso un panno verde per sfidarsi a Subbuteo. Ma non è tutto. Li distruggermo
è la storia di una generazione, di un quartiere, di una famiglia, delle vacanze, di certe domeniche a pranzo dai nonni e di un nonno che ha sempre avuto quarantacinque anni
. E poi ci sono quelle partite a Subbuteo, con lo studio delle tattiche per vincere gli sfidanti e con le partie vinte e quelle perse. Insomma, un mondo visto con gli occhi di un bambino basato su dei bambini che giocano con un gioco da bambini e dove qualche anno prima c’erano stati i soldatini e qualche macchinina e poi era arrivato il Subbuteo.
