Recensione di Massimo Conocchia:
“Chi tiempu fa?” è l’ultima e più fresca fatica letteraria di Giuseppe Abbruzzo. Il sottotitolo esplicita chiaramente il contenuto “La meteorologia nella tradizione popolare della Calabria”.
Il libro uscito nel mese di marzo per Apollo Edizioni si inserisce in uno dei filoni che l’appassionato studioso ha coltivato nel corso della sua vita: le tradizioni popolari, il folklore, gli usi e i costumi popolari.
L’intento e lo scopo del libro è dichiarato immediatamente dall’autore in una breve premessa: “togliere dall’oblio del tempo e salvare da morte certa parte della nostra notevole tradizione sul tema, tramandata essenzialmente oralmente”. Il volume si legge tutto di un fiato per la prosa fluida e scorrevole, ricca di detti e proverbi popolari dal sapore a volte di presagio, altre ancora premonitore. In maniera analitica si passano in rassegna i vari aspetti, a cominciare dalla semplice osservazione del cielo per trarne notizie sul presente e sul futuro. Ma c’è di più. Gli astri, le stelle, la luna, tutti assumono il significato di strumenti di cui, in definitiva, il popolo si serviva per orientarsi in un mondo di insidie. Così come il vento, a seconda della direzione da cui spira, porta messaggi diversi, a volte propizi, altri meno. La pioggia, i mesi, le stagioni sono latori di messaggi da interpretare, necessariamente, per potersi orientare. In un mondo privo di ogni mezzo, dove la scienza o non era ancora o non arrivava, ci si affidava a ogni entità per poter navigare e orientarsi nel mare profondo ed inviato che è la vita. Tanti detti popolari raccolti da più parti della provincia, numerosi riferimenti bibliografici che danno al volume la dignità del saggio. Quello che emerge alla fine è un mondo arcaico, lontano che, grazie al sapiente lavoro di ricerca dell’autore, rivive e ci restituisce uno spaccato di un universo ammantato di superstizione e magia, strumenti “salvifici” in un mondo che mancava di tutto, avvilito e mortificato nello spirito e nel corpo da malattie e povertà, nel quale gli elementi e le forze naturali spesso risultavano più affidabili degli uomini e del sapere limitato del tempo.
Presentazione dell’opera da parte dell’autore:
Il clima, un tempo, era caratterizzato da inverni rigidissimi, con abbondanti nevicate; autunni piovosi e uggiosi; estati dal sole cocente e primavere tiepide. Ora è totalmente mutato. Il nostro riferimento rimane a quei tempi passati, nei quali si coniarono detti, proverbi e quanto si riporterà.
Le ricerche, per la stesura del saggio, sono state condotte, in gran parte, nel Comune di Acri (CS), nelle zone limitrofe dei Comuni viciniori e fra immigrati ad Acri da altre province calabresi. Ci si è serviti, inoltre, di saggi e ricerche, che si citeranno in bibliografia.
Quanto non porta diversa indicazione, è stato raccolto in Acri, il cui centro urbano è posto nella presila a 720/800 metri sul livello del mare.
Biografia dell’Autore:
Giuseppe Abbruzzo è nato in Acri (CS). È componente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione “Vincenzo Padula”.
Ha collaborato a diversi quotidiani tra cui: L’Unità, Paese Sera, Il giornale di Calabria; il Quotidiano della Calabria; a diversi periodici tra cui: Questa Calabria, Italia due, La Calabria, Scuola e vita, Quaderni silani, Zijarri, Il Serratore, ecc.
Ha fondato il mensile “Confronto” che ha pubblicato, in Acri, e diretto per quarant’anni.
Ha collaborato con la RAI ed emittenti locali, fra cui Acri TV, con la quale ultima ha dato vita a oltre quaranta trasmissioni sulla Cultura popolare, vista sotto i molteplici aspetti.
È autore di vari saggi, fra i quali: ‘U munnu, Edizioni Confronto, Acri, 1979; - Acri - Le origini, Archeoclub -Acri, 1987- II ediz. 1999; - Terrore ad Acri (1806-1811), Orizzonti Meridionali, Cosenza, 1991; - ‘U misi ‘e Natali, VAL, Cosenza, 1991; - Le Poesie dialettali di Vincenzo Padula, Orizzonti Meridionali, Cosenza, 1993; - Padula Giornalista, in “Un intellettuale di frontiera”, Laterza, Opera omnia di V. Padula, vol. I, 1997; - “Bruzio” deve tacere - Come e perché fu soppresso “Il Bruzio” di Vincenzo Padula, Fondazione V. Padula, Acri, 2002; Biagio Autieri, Versi (a cura di G. A.), Fondazione V. Padula, Acri, 2002; - C’era una volta la seribachicoltura - Storia, Tradizione, Folklore, in “La bachisericoltura in Calabria”, Coop. “Don Milani”, Acri, 2003; Don Vincenzo e il teologo, prefaz. di Pasquale Tuscano; Fondazione V. Padula, Acri, 2004; - Il Palazzo dei Principi Sanseverino di Bisignano in Acri, Graphisud, Acri, 2006; - Giovan Battista Falcone segretario della Spedizione di Sapri, con pref. di Luigi M. Lombardi Satriani, Rubbettino, 2011; Pane, miele, seta, tessitura, in “Antichi mestieri in Padula Mestieri d’oggi …”, pp. 5-20, Acri Fondaz. V. Padula, 2016; Padula poco noto e sconosciuto, Cosenza, Orizzonti Meridionali, 2019. Con Massimo Conocchia ha pubblicato: La medicina popolare in Calabria, Cosenza, Orizzonti Meridionali, 2019; Nel 2022 ha curato Bisignano e la sua diocesi, Leopoldo Pagano (Apollo Edizioni).
Scheda dell’opera
Titolo: Chi tiempu fa? La meteorologia nella tradizione popolare di Calabria
Autore: Giuseppe Abbruzzo
Pagine: 220
Collana: Il Tempo/24
ISBN: 9791254810279
Prezzo: euro 20,00
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